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Articoli sulla salute |
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Nei secoli scorsi le malattie trasmissibili come la peste, la sifilide o la tubercolesi hanno provocato vere e proprie epidemie causando un ingente numero di morti in tutta Europa . Nel XX° secolo, con il bombardamento nucleare di Hiroshima e Nagasaki e lo sterminio della seconda guerra mondiale è stata la mano dell’uomo a seminare morti e distruzione. Nel XXI secolo circa 2/ 3 dei decessi della popolazione occidentale , sono da attribuire in modo diretto o indiretto alla epidemia dell’obesità e delle malattie dello stile di vita, strettamente legate ai comportamenti non salutari della opulenta vita occidentale. Infatti , secondo i dati riportati nel periodo 2011-13 dalle Agenzie alimentari delle Nazioni Unite(FAO), a fronte di 842 milioni di persone che risultano sottoalimentate , con una mortalità annua per denutrizione di 36 milioni di persone, più di 1 miliardo di persone sono in sovrappeso con oltre 29 milioni di persone ogni anno muoiono per malattie legate all’eccesso di cibo. Il progresso industriale e tecnologico degli ultimi cinquanta anni ha portato un netto miglioramento delle condizioni socio-economiche delle popolazioni occidentali e dei paesi in via di sviluppo, con degli effetti collaterali tangibili sulle nostre abitudini di vita quotidiana. I ritmi frenetici della vita moderna hanno sottratto sempre più tempo e spazio da dedicare all’alimentazione e all’attività motoria . La progressiva e generalizzata riduzione dell’ attività fisica in ambito lavorativo e voluttuario ha contribuito a determinare , assieme alla iperalimentazione , un bilancio energetico positivo , responsabile della pandemia dell’ obesità e delle malattie del benessere in occidente e nei paesi emergenti. La maggior parte delle suddette malattie originano dalla interazione multipla e complessa tra fattori non modificabili (età , sesso , storia familiare , storia personale) e fattori modificabili (fumo , fattori dietetici , stile di vita sedentario , eccesso di alcol , uso improprio di sostanze , stress). I fattori di rischio , prevalentemente implicati nello sviluppo delle malattie dello stile di vita , sono direttamente collegati a una indiscutibile responsabilità personale, caratterizzata da comportamenti individuali non salutari, con l’attenuante di un marcato condizionamento ambientale in cui si vive e si lavora che favorisce l’iperalimentazione , la sedentarietà e lo stress. Correggere i principali fattori di rischio consente a ognuno di noi di attuare una solida prevenzione tesa a preservare lo stato di salute e una efficace cura della malattia in atto con un deciso miglioramento della qualità di vita attuale e, perché no, regalarci qualche anno di vita in più . Il raggiungimento e il consolidamento dei cambiamenti dello stile di vita nella pratica clinica quotidiana è un arduo compito che va oltre la mera prescrizione dietetica o farmacologica . Il processo di cambiamento delle abitudini riguardanti il cibo , il fumo l’esercizio fisico , l’alcol ecc. richiede un approccio terapeutico psicologico-comportamentale , basato sulla educazione e sulla relazione , che si propone di fornire una serie di strumenti tramite i quali il soggetto può impegnarsi a sviluppare delle abilità in modo attivo e personale . Come stiamo mangiando? Negli ultimi 3-4 decenni il nostro naturale e salutare regime alimentare , scandito dalla fame biologica e dal piacere del cibo genuino e nutriente, con pasti strutturati consumati prevalentemente in ambito domestico , è stato letteralmente soppiantato da una alimentazione caotica , dettata da una fame condizionata con cibi gratificanti , ricchi di grassi , zuccheri e sale. L’industria alimentare è riuscita , attraverso la manipolazione ad arte del cibo e la pubblicità , a dettare le regole e determinare il nostro quotidiano comportamento alimentare. La manipolazione del cibo ha prodotto un mix di cibi iperappetibili e rinforzanti costituiti prevalentemente da grassi , zuccheri semplici e sale che vengono assunti quotidianamente da ognuno di noi quasi in modo inconsapevole non per una esigenza dell’organismo ma per un bisogno di gratificazione. Quanto ci stiamo muovendo ? Il rapporto nazionale PASSI 2009-2012 , in età adulta , mette in evidenza un livello di attività motoria estremamente preoccupante con quasi il 67% di persone poco attive, di questi il 37% non svolge un lavoro pesante ma fa qualche attività fisica nel tempo libero,senza però raggiungere i livelli raccomandati (soggetti parzialmente attivi) e il 30% non fa un lavoro pesante e non pratica attività fisica nel tempo libero (soggetti sedentari). I soggetti attivi che effettuano un lavoro pesante oppure praticano 30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni alla settimana sono solo il 33%. In pratica quasi 2/3 della popolazione adulta è ipocinetica. La modificazione in senso salutare delle abitudini alimentari e della sedentarietà si può e si deve attuare per preservare la salute di chi ne è in possesso e per riacquistarla per chi invece è già nella malattia . Nei prossimi articoli sarà compito mio , come educatore della salute , fornire informazioni e conoscenze secondo le più moderne linee guida sia alimentari che di attività motoria , in modo da condurre il lettore a scelte comportamentali consapevoli e salutari.
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